Ci sono due persone in un fast food, sono seduti uno di fronte l’altro, il vassoio con hamburger, patatine e bibite è rimasto immacolato sul tavolo davanti a loro, sembrano quasi essersene dimenticati, muovono le mani davanti i propri volti e pizzicano l’aria, ogni tanto si scambiano qualche battuta, mentre il loro sguardo, nascosto da una strana maschera scura, si sposta in diverse direzioni.
Ok, forse qualcuno di voi, navigando online, ha già visto qualche video che presenta una situazione strana come quella qui sopra, per tutti gli altri, che avranno pensato alla descrizione di una scena tratta da uno spettacolo del teatro dell’assurdo, informiamo che non è così, bensì è qualcosa che, forse, un giorno si presenterà davanti agli occhi di chiunque. La strana maschera citata, infatti, non è nient’altro che l’Apple Vision Pro, ovvero il primo visore per la realtà aumentata e virtuale prodotto da Apple, disponibile sul mercato statunitense dallo scorso 2 febbraio, alla non proprio economica cifra di 3499 dollari.
I visori per la realtà aumentata o virtuale sono ormai utilizzati in diverse attività, ma non sono mai diventati di uso comune presso il pubblico. Per intenderci, non se ne trova uno in ogni casa, anzi, i tentativi di diverse aziende di puntare su questa tecnologia non hanno ancora mai portato a grandi risultati.
Quando scende in campo Apple, però, si sa, le cose cambiano, basti pensare a come il primo iPhone, uscito nel 2007, abbia lanciato la moda degli smartphone rivoluzionando per sempre il mondo della telefonia.
Apple Vision Pro, dunque, ha creato grande attesa sin dal giorno del suo annuncio, sia tra gli utenti Apple più affezionati che tra gli appassionati di tecnologia in generale, anche perché tutti vogliono capire se all’azienda di Cupertino riuscirà un’altra rivoluzione o anche questo visore si rivelerà un buco nell’acqua.
Il visore Apple, a prima vista, può ricordare una maschera da sci. Il vetro frontale non permette di osservare attraverso di esso, ma presenta uno schermo rivolto verso l’esterno che riproduce gli occhi di chi lo indossa, mentre, all’interno, vi sono due schermi con risoluzione in 4k, uno per ogni occhio, che, collegati ad un set di 12 fotocamere, permettono di riprodurre istantaneamente l’ambiente circostante. Il visore si indossa tramite una banda elastica e presenta una batteria esterna collegata tramite cavo.
L’interfaccia visiva di Apple Vision Pro è quella del sistema iOS, le icone delle applicazioni appaiono davanti agli occhi, si aprono con un tocco della mano e poi possono essere posizionate dove si vuole nello spazio della nostra realtà aumentata. Ad esempio, se si sta utilizzando un Mac, si possono aprire le schede di lavoro anche fuori dello schermo, mentre allo stesso tempo, spostando lo sguardo, si possono controllare i social e, ancora, in un altro angolo, avere una videochiamata attiva, e così via.
Oltre all’esperienza in realtà aumentata, si può impiegare anche in maniera più immersiva, in realtà virtuale, escludendo lo spazio intorno, per attività come la riproduzione di film oppure l’utilizzo di videogiochi.
Secondo Apple il proprio visore va utilizzato soprattutto in ambienti chiusi e per migliorare l’efficienza lavorativa. Però, come accennato in apertura di articolo, una volta lanciato il prodotto, i primi possessori non hanno esitato a indossarlo nelle più svariate occasioni e internet e i social network sono stati invasi da testimonianze visive di persone per strada, sui mezzi pubblici o in locali, intente a provarlo, generando quell’effetto di assistere a qualcosa di strano e alienante.
Le prime recensioni di Apple Vision Pro sono state equilibrate, non hanno raggiunto toni entusiastici e nemmeno troppo critici. Tra i pregi del visore c’è la sua immediatezza e capacità di riprodurre la realtà circostante come se si guardasse attraverso un vetro e non le immagini su di uno schermo; molti recensori hanno ammesso di aver avuto qualche difficoltà nell’approccio iniziale, in particolare, nel dover guardare le applicazioni con cui si vuole interagire per poterle utilizzare, in quanto il visore tiene conto del tracciamento del nostro sguardo per capire cosa si vuole fare.
È stato apprezzato nelle sue funzioni di intrattenimento, meno per quelle lavorative e, infine, in molti hanno riscontrato, chi più e chi meno, le stesse problematiche che affliggono gran parte dei visori in commercio: il fastidio di portare un peso su testa e collo, il surriscaldamento del dispositivo e, per alcuni, anche l’effetto di nausea dopo un po’ di utilizzo.
Per concludere, Apple Vision Pro forse non detterà una nuova rivoluzione nella tecnologia a breve, anche perché al momento non presenta nessuna killer app e il prezzo spropositato lo rendono poco accessibile, ma è solo la prima versione di questi visori e se Apple vorrà continuare su questa strada, chissà che domani non ci ritroveremo tutti ad essere costantemente immersi nella realtà aumentata.