Ogni giorno su Internet, giornali, televisione e tabloid sentiamo parlare di Intelligenza Artificiale e questo ormai sembrerebbe non stupirci più, in quanto da esseri umani lo abbiamo assimilato come processo naturale del progresso e ogni giorno assistiamo alla sua integrazione nel mondo ordinario. D’altronde come ogni novità in molti ne parlano per sentito dire, ma realmente sappiamo darne una definizione?
Noi abbiamo studiato un po’…
Artificial intelligence è una tecnologia informatica che modifica l’approccio con cui l’uomo interagisce con la macchina, quest’ultima con le sue simili. Nel caso dell’AI, la macchina simula i processi di intelligenza umana come ad esempio: l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e una visione artificiale. Nel giro di pochi anni, l’evoluzione di questa tecnologia ha raggiunto dei plus notevoli nella sfera cognitivo/comportamentale, concedendo alle macchine la capacità di elaborare “ragionamenti complessi” come: apprendere, ragionare e autocorreggersi dopo un errore. Questi sistemi così articolati oltre ad avere la capacità di processare una mole enorme di dati, si soffermano sulla possibilità di fare previsioni, come ad esempio una chatbot in grado di produrre scambi di informazioni realistici o riconoscere le immagini.
Sicuramente avrete sentito parlare di ChatGPT e dell’enorme successo e critica che si porta dietro. Facciamo un passo indietro. OpenAI è un’organizzazione senza scopo di lucro, fondata nel dicembre 2015 da un gruppo di imprenditori e scienziati. Tra i mecenati di OpenAI ritroviamo Elon Musk, il fondatore di Tesla e SpaceX, il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, l’ingegnere informatico Greg Brockman e Ilya Sutskever scienziato informatico e ricercatore di intelligenza artificiale. L’obiettivo di matrice filantropica di OpenAI sussisterebbe nel rendere l’AI accessibile e utile per il maggior numero di persone possibile, supportandole nella quotidianità. Il primo prototipo di ChatGPT è stato rilasciato nel 2018 e ha dato poi origine ad una serie di modelli più avanzati. Il modello è stato valutato per la sua capacità di generare testo coerente. Il processo di apprendimento automatico utilizzato dal bot funziona attraverso una tecnologia chiamata Transformer – una rete neurale basata su un algoritmo di attenzione che sa scindere i dati principali per la comprensione del contesto della frase o delle parole.
L’interfaccia utente è davvero semplicissima, come in Google, basta inserire all’interno di una barra di ricerca, un input testuale di qualsiasi tipo e dopo massimo 30 secondi, a seconda dell’affluenza sulla piattaforma, l’AI restituirà la risposta alla richiesta. Ad esempio, noi l’abbiamo utilizzata per scopi puramente ludici e per apprendere meglio la sua tecnologia. Ciò che ci ha letteralmente sorpreso è la capacità di “inventiva”. A tal proposito, abbiamo richiesto all’AI di creare una banalissima poesiola, con tre input casuali “fiori, frutta e arcobaleno”. Ecco a voi la risposta:
Fiori colorati, che sbocciano all’alba, dai petali delicati e profumi inebrianti.
Frutti succosi, che pendono dai rami, dai sapori dolci e dai colori vivaci.
Arcobaleno luminoso, che si estende nel cielo, con i suoi sette colori, che ci ricordano la bellezza della vita.
I fiori, la frutta e l’arcobaleno sono simboli di vitalità e speranza, che ci ricordano di apprezzare la bellezza della natura e della vita.
Siamo certi che “l’operetta allegra” di ChatGPT non sarà la prossima candidata al Premio Nobel per la letteratura, però il test parla chiaramente delle potenzialità di questo strumento. Sono già moltissimi gli addetti ai lavori nel campo della comunicazione e del marketing che giornalmente si cimentano nel ricercare le modalità migliori per spremere al 100% questa tecnologia, al fine di ottenere dei benefici in termini di ottimizzazione delle tempistiche e qualità del lavoro. In molti, infatti, hanno sperimentato la sua efficacia, per ricerche di mercato, per migliorare le Facebook Ads, per la scrittura di articoli in chiave SEO o per la creazione di quiz e prompt. Altri, sono preoccupati per le dure sorti dei copywriter. Noi ci sentiamo abbastanza ottimisti e pensiamo che ad oggi non ha senso avere timore, dal momento che la tecnologia necessita di ottime capacità in termini di copy per offrire al meglio il servizio. Bisogna anche sapere che questo strumento non opera con un fattore infallibilità del 100%, ma il prompt inserito deve essere il più dettagliato possibile per ottenere altrettante informazioni. ChatGPT, non è dotato di conoscenza omnicomprensiva anche a livello temporale, le sue risposte sono relative alle conoscenze impartitegli fino al 2021, e non è stato istruito per parlare di contenuti dannosi di qualsiasi tipologia, ma sono stati definiti dei parametri di pregiudizio che lo inibiscono rendendolo pressoché innocuo.
ChatGPT è un tool potentissimo e ad oggi i riflettori sono tutti puntati sulla sua funzione, già a New York a causa dell’impatto negativo sull’apprendimento – come affermerebbe Jenna Lyle, portavoce del Dipartimento dell’educazione, in un comunicato riportato dalla Cnn – è stato vietato alle reti e ai dispositivi delle scuole pubbliche, o come in Australia dove si è tornati a svolgere gli esami con carta e penna per annullare ogni pericolo relativo all’utilizzo del bot. Quindi in campo accademico più che mai viene guardato con una certa preoccupazione – ma l’annosa questione etica ci guarda dall’alto appollaiata come un rapace a caccia di cibo, speriamo di non ricadere nel solito errore umano in cui è preferibile demonizzare e condannare totalmente invece di sperimentare e comprendere, e perché no magari educare all’utilizzo? Stay Tuned!
ORA SIAMO CURIOSI: QUESTO ARTICOLO LO HA SCRITTO LA REDAZIONE O ChatGPT? 😉