Un, due, Threads: com’è andato il primo mese in Italia del nuovo social firmato Meta

Lo scorso 14 dicembre in Italia e altri paesi europei è stato possibile effettuare il primo accesso a Threads, l’ultimo social network creato da Meta, azienda già proprietaria di Facebook e Instagram.

Threads è sostanzialmente una piattaforma di microblogging, predilige la scrittura come mezzo di interazione tra gli utenti e l’innesco di discussioni sui più svariati argomenti. L’intenzione mai nascosta di Meta alla creazione di questo nuovo social era quella di proporsi come alternativa a X, l’ormai ex Twitter, che dal suo acquisto da parte di Elon Musk continua a registrare malcontento tra gli iscritti. 

Gli utenti di X, molto utilizzato soprattutto negli Stati Uniti, si sono lanciati alla ricerca di un nuovo luogo virtuale dove si respirassero gli stessi bit del vecchio Twitter. Dopo il timido approdo su Mastodon, social dal funzionamento strutturale diverso, abbandonato in poco tempo, è stata Meta a cercare di soddisfare questo bisogno.

L’esordio di Threads negli Stati Uniti e Regno Unito, il 6 luglio 2023, è stato accolto con grande entusiasmo, si parla di più di 100 milioni di iscrizioni nei primi giorni dal lancio. Un idillio durato ben poco però, dopo solo un mese, infatti, sono stati registrati numeri incresciosi riguardo il tempo di utilizzo della piattaforma, calato dell’85%, e ancora peggio per quanto riguarda gli utenti attivi, passati da 2,3 milioni, ad appena 576 mila.

E per quanto riguarda l’Italia? Come scritto in precedenza, Threads è sbarcato con qualche mese di ritardo nel Bel Paese e in tutta l’Unione Europea. Questo perché le normative europee in fatto di raccolta e gestione dei dati sono molto rigide e c’è voluto del tempo per fare chiarezza su come si posizionasse la nuova piattaforma di Meta a riguardo. Chiarimenti arrivati infine al 14 dicembre, quando finalmente Threads è potuto sbarcare anche nel nostro Paese.

Ma quindi, questo Threads, com’è? Una cosa evidente di questo nuovo spazio di condivisione è la facilità di accesso. In pochi clic, possiamo avviare un account tramite le stesse credenziali utilizzate su Instagram. La connessione con l’altro social di Meta non si ferma qui: oltre le proprie informazioni personali, si possono seguire in automatico gli stessi profili seguiti su Instagram, sia quelli già provvisti di account Threads sia quelli che lo faranno in futuro.

Threads permette di fare esattamente quello che già si faceva su X, possiamo mettere “mi piace” ai post (che qui prendono il nome di thread, appunto), ripubblicarli così come sono nel nostro feed o citarli aggiungendo un nostro contributo, inoltre, si possono anche condividere tramite messaggio diretto su Instagram o nelle storie. I thread possono essere testi di massimo 500 caratteri, contenere immagini, video, link e, vera e propria novità di questo social, anche messaggi vocali.

L’interfaccia principale si divide in due sezioni: “Segui già”, dove è possibile visualizzare esclusivamente post di account seguiti, e “Per te”, dove invece l’algoritmo proporrà i più svariati contenuti in base agli interessi mostrati sia sulla nuova piattaforma che su Instagram. 

Proprio l’algoritmo è stato uno degli argomenti di discussione della primigenia community di Threads Italia. Nei primi giorni di accesso non era affatto raro incontrare persone che scrivevano il primo thread rivolgendosi direttamente all’algoritmo, raccontando a quest’ultimo i propri gusti e interessi per allinearne i contenuti offerti. Una tecnica che però Meta ha subito confermato non servire.

I primi giorni di approccio da parte della community sono stati confusi. In tanti sono entrati subito, quasi a voler colonizzare una terra di nessuno, molti speravano di ritrovare le dinamiche del vecchio Twitter, un luogo di confronto e discussione sano, e altri, non conoscendo nemmeno il vecchio social dell’uccellino blu, speravano solo di trovare qualcosa di nuovo, meno popolato di tossicità e spam. 

Una speranza che però è andata persa in poco tempo. A nemmeno un mese dal lancio in Italia, Threads continua ad allargarsi e quel qualcosa di nuovo, a mano a mano, si riempie delle solite dinamiche presenti in tutti gli altri social: pubblicità, bot, account falsi, odio e tanti contenuti spazzatura ad imperare in mezzo a una risicata, e meno favorita dall’algoritmo, quantità di contenuti di qualità.

Tirare le somme per il futuro di questo social risulta alquanto difficile, dopo la curiosità iniziale sarà abbandonato anche da noi come negli Stati Uniti? Per capirlo forse bisognerà aspettare ancora un mese e vedere se il Festival di Sanremo di quest’anno sarà più commentato su X o su Threads!